La filosofia non è una dottrina ma una pratica, un’attività: la ricerca della saggezza. Chiunque si adoperi per dare alla vita un senso unitario, un suo senso diverso da quello di altri ma comunque plausibile e coerente, che lo faccia in un’aula oppure in un bar o in un chatroom, con amici di una sera o con prestigiosi intellettuali, sta svolgendo attività filosofica, e smette di svolgerla, quale che sia la sua erudizione, appena gli viene meno l’impegno, la curiosità, il desiderio.
La filosofia, dunque, non si impara da un libro come questo. In un libro come questo, però, si possono trovare esempi di persone che hanno condotto l’attività filosofica con scrupolo e intelligenza, e da loro si può imparare il mestiere come lo si imparerebbe andando a bottega da un ciabattino o da un pittore. Non per diventare pedissequi imitatori del maestro, ma per adattare e combinare gli insegnamenti di dieci, di cento maestri allo sviluppo di un proprio stile, di una propria fisionomia, di una propria ricerca. Perché, in definitiva, l’unica filosofia che conta per ciascuno di noi è la sua.
In questo spirito, il libro dà massimo rilievo al dialogo con i filosofi di cui tratta. Li fa parlare direttamente con il lettore; riserva ampio spazio ai loro testi e a una discussione che genera più domande che risposte; chiude ognuna delle unità loro dedicate con un caso tratto dalla vita di tutti i giorni, che invita ad applicarne gli insegnamenti a problemi concreti. E, pur sembrando superficialmente un manuale, si distacca con decisione da tale immagine, compiendo delle scelte. La scelta di non trattare di tutto e di tutti, trasformando un’introduzione alla filosofia in un elenco del telefono, ma di concentrarsi su alcune figure che si sceglie di considerare particolarmente significative. E la scelta di darne un’interpretazione personale, forse in contrasto con quanto il lettore ha già orecchiato ma proprio per questo motivo stimolo a una riflessione più approfondita.
Ermanno Bencivenga [Reggio Calabria 1950] è Distinguished Professor of Philosophy and the Humanities, Emeritus, all’Università di California. Logico di fama, ha dato importanti contributi alla filosofia del linguaggio, alla filosofia morale e alla storia della filosofia. In Oltre la tolleranza (Feltrinelli 1992), Manifesto per un mondo senza lavoro (Feltrinelli 1999) e Parole che contano (Mondadori 2004) ha sviluppato un’utopia politica. Per il grande pubblico ha scritto, fra l’altro, La filosofia in ottantadue favole (Mondadori 2017), Critica della ragione digitale (Feltrinelli 2020), Nel nome del padre e del figlio (Hoepli 2020), La grande paura (Gingko 2021), Il teatro dell’essere (Hoepli 2021) e Logica dei paradossi (UTET 2022). È autore di testi teatrali, di poesie, delle raccolte di racconti I delitti della logica, Case e Amori e del romanzo Il giorno in cui non tornarono i conti. Ha fondato e diretto per trent’anni (fino al 2011) la rivista internazionale di filosofia Topoi (Springer). Collabora dal 1991 a testate nazionali; oggi scrive per La Verità.
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