L’opera gira attorno a una domanda: Come mai possiamo ottenere anche tanti successi e migliorare tanti aspetti del nostro vivere, ma spesso capita che l’unica cosa che non aumenta è la gioia di vivere, che a ben vedere è lo scopo finale di tutti gli ottenimenti per i quali ci battiamo?
Questo interrogativo viene preso in modo strumentale per poter illustrare in modo compiuto e approfondito una serie di tematiche che nel corso della mia vita ho avuto modo di sviluppare seguendo l’insegnamento di vari Maestri e insegnanti nell’arco di oltre 30 anni (attualmente ne ho 62). Le dinamiche trattate sono principalmente addotte dalle Costellazioni famigliari – in modo molto esplicito – e dallo Zen, in maniera più sfumata e di sottofondo, tipicamente modalità di questa filosofia di vita. È appunto da questa branca del buddhismo che nasce l’apparente assurdità del sottotitolo, messo come primo sassolino di Pollicino al fine di condurci a una visione della vita che contenga anche il suo contrario.
Lo stile che ho adottato è molto colloquiale, a tratti amichevole, si tratta di una scelta deliberata per mettere il lettore in uno stato di necessaria leggerezza dato che i temi osservati possono risultare abbastanza rilevanti emozionalmente. A questo scopo inserisco molti esempi di vita vissuta anche biografici. Nella parte finale mi permetto di “debordare” su dinamiche di tipo sociale (diritti dei lavoratori, dei minori, della donna, inquinamento, ‘ndrangheta e altro) al solo fine di trasporre le teorie esposte in concreto vissuto immediatamente sperimentabile da ognuno. Queste caratteristiche, credo pongano l’opera fuori dagli schemi abituali dei libri che trattano di crescita interiore che a volte possono risultare un pochino teorici e creare l’illusione di un’adesione ma di tipo solamente intellettivo e lasciare sotto traccia una distanza emotiva.
Il libro consta in 12 capitoli. Nel primo ci si pone solo la domanda relativa alla gioia e il motivo per cui parlarne; nel secondo vado sviscerare concetti del pensiero Zen, mentre nel terzo introduco le riflessioni del rapporto coi genitori e altre tematiche introspettive che vengono approfondite poi nel quarto. Col quinto e entriamo nel dettaglio della metodologia delle Costellazioni famigliari e nel sesto andiamo maggiormente in profondità rincorrendo anche a numerosi esempi di vita vissuta, mentre nel settimo concludiamo la panoramica esponendo le linee guida delle Costellazioni che possono risultare più insolite per il comune modo di pensare. L’ottavo capitolo è dedicato all’argomento che riguarda l’“opposto” e quanto esso ci rispecchi, mentre nel nono si va a calare questa teoria nel concreto di alcune questioni sociali. Il decimo capitolo accenna al tema antropologico del sacrificio, della molteplicità delle verità e l’imprescindibile necessità di uscire dalle convenzioni sociali quando si intraprende un percorso evolutivo. L’undicesimo capitolo e quello “politicamente scorretto” posto volutamente per tradurre in concreto concetti altrimenti confinati alle sole parole. L’ultimo capitolo chiude il percorso mostrando come si possano riannodare i fili delle lacerazioni, magari causate dal capitolo precedente. Il tema della libertà e dei diritti è sempre in sottofondo e quanto il loro inseguimento in realtà ci imprigioni in una folle corsa che, nonostante gli ottenimenti, ci toglie la gioia di vivere.
L’opera si rivolge decisamente ad un pubblico interessato all’evoluzione interiore e/o a chi si interessa di quell’indefinito mondo che va sotto il nome di new-age. Lo stile di scrittura adottato, i numerosi episodi di vita citati e le questioni sociali, credo diano una veste particolare e fuori ordinario rispetto ai libri che normalmente trattino di questi argomenti. Per questo motivo presumo possa suscitare la curiosità anche al di fuori di quel tipo di pubblico.
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