Il mondo si sta avviando verso la Quarta Rivoluzione Industriale, quella che potrebbe “mettere in discussione lo stesso significato di essere umano”, come profetizzano da anni i santoni di questo cambiamento, su tutti Klaus Schwab. Quale sarà la società del futuro e come potrebbero evolversi i rapporti umani alla base della nostra civiltà? A questa domanda prova a rispondere VIS, Prigionieri dell’algoritmo, attraverso il racconto di due storie che corrono in parallelo su uno dei tanti possibili binari che il nostro mondo potrebbe percorrere. Uno scenario in cui i desideri umani si scontrano con i disegni di un ristretto gruppo di potere in grado di indirizzare a proprio piacimento i progressi della tecnologia.
VIS. Prigionieri dell’algoritmo
da Byoblu
€18,00
Disponibile
Michele Crudelini [Torino, 1990], giornalista. Dopo la laurea in scienze internazionali si è specializzato in cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario, lavorando in diversi Paesi africani tra cui Tanzania, Costa D’Avorio e Tunisia. Lavora per Byoblu, la TV dei cittadini, dal 2020. VIS, Prigionieri dell’algoritmo è il suo primo romanzo.
4 recensioni per VIS. Prigionieri dell’algoritmo
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Matteo (proprietario verificato) –
Complimenti Michele, bellissimo, scorrevole nonché estremamente istruttivo questo tuo primo libro.
claudioni_71 (proprietario verificato) –
Libro leggero in quanto accattivante, l’ho divorato! Racconta benissimo i nostri tempi ed eventuali tempi futuri. Due storie in parallelo che descrivono la stessa cosa: i dissidenti del potere hanno vita difficile, i leccaculo del potere diventano disumani!
GRAZIE Michele, ho scelto bene!
Alessandro (proprietario verificato) –
Davvero un bel romanzo con le due storie in parallelo che si uniscono alla fine in un futuro distopico, complimenti sinceri per il libro!
AlbertoM –
Romanzo che funziona molto bene a livello d’intreccio, riservando anche colpi di scena. Raggiunge lo scopo che si prefissa: far provare al lettore cosa sarà la rivoluzione antropologica che le elités globaliste ci preparano. Forse la rapidità abbastanza cinematografica dell’intreccio (pur pregevole, rendendo incalzante la narrazione) porta a far perdere di profondità la caratterizzazione dei personaggi. Comunque consigliabile