La globalizzazione ha determinato dei cambiamenti talmente radicali negli assetti sociali, politici ed economici degli Stati, che gli individui hanno iniziato a mostrare nei confronti del futuro un sempre maggiore sentimento di paura piuttosto che di speranza o fiducia.
Grazie alle narrazioni autocertificate e diffuse attraverso i social network, assistiamo oggi a un perenne stato di agitazione che induce i cittadini a cedere sempre maggiori porzioni di garanzie costituzionali in cambio di un astratto concetto di sicurezza che si presume possa essere garantito solo da provvedimenti con una marcata impronta autoritaria.
“Governare con il terrore” analizza le tecniche utilizzate dalle “cupole oligarchiche” e dai complessi militari, industriali e politici al fine di perpetuare nel tempo il controllo sulle masse in quella che può essere definita l’era della post-verità.
Partendo dalle teorie di Hobbes, Giorgio Bianchi mostra come il potere si sia impossessato del monopolio dei mezzi di comunicazione e come stia utilizzando le parole per costruire un’immagine di mondo che giustifichi la progressiva reimpostazione delle società secondo un nuovo paradigma, quello del capitalismo della sorveglianza.
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