Il grano Miracolo è una varietà di grano duro, Triticum turgidum, coltivato fin dai tempi dei Romani.
Plinio il Vecchio lo citava nella sua Historia Naturalis, definendolo Triticum ramosum per via della spiga che si sviluppa in modo ramificato.
Lo stupore suscitato dalla sua struttura o la meraviglia per la fertilità delle sue spighette e per la numerosità dei chicchi, ispirarono probabilmente il suo nome.
Nel XX secolo in Italia il grano del Miracolo veniva coltivato un po’ ovunque.
Giunto nella penisola più volte dall’Egitto, assumeva nomi diversi a seconda della ondata diffusiva del momento e del luogo di coltivazione: grano dell’abbondanza, grano a grappoli, dell’Abissinia erano alcuni nomi con cui veniva definito.
La varietà individuata e messa a coltura dalla cooperativa Valmarecchia è particolarmente profumata, la macinatura a pietra mantiene inalterate le caratteristiche nutrizionali e genera una farina particolarmente morbida al tocco.
Nelle preparazioni culinarie la farina del Miracolo si comporta come la farina di un grano tenero.
Il sapore delicato e dolce la rende versatile e particolarmente adatta alla preparazione di dolci e biscotti.
Se usata come taglio, ingentilisce il sapore di farine più rustiche nella produzione di pane, focacce, crackers, grissini, pasta fresca, pasta all’uovo, piada.

COOPERATIVA AGRICOLA VALMARECCHIA BIO NATURA
La cooperativa agricola Valmarecchia Bio Natura è nata nel 2018 con lo scopo di recuperare alcune varietà di frumento e legumi coltivati nei secoli scorsi in Valmarecchia.
Il Montefeltro, territorio dall’elevato ed apprezzato valore paesaggistico, vive alcune criticità tipiche delle aree marginali di altura: spopolamento demografico, impoverimento ed impervietà del terreno.
Da qui la sfida della cooperativa: vivificare i territori abbandonati sviluppando un’agricoltura sostenibile e in perfetta sintonia con la biodiversità, le tradizioni e la salubrità di un ambiente incontaminato e ricco di storia e biodiversità.
Una ricerca appassionante tra campi incolti, classificazioni e tipizzazioni genetiche in collaborazione con enti scientifici nazionali ha permesso di individuare le varietà recuperate.
Un’attenta selezione e la messa in coltura, anno dopo anno, hanno permesso di produrre il frumento più adatto ai microclimi dei terreni e di raggiungere quantità tali da sviluppare i prodotti che vengono macinati e impacchettati in situ garantendo una filiera corta e trasparente: ogni terreno, ogni coltivazione ed il mulino sono individuabili e visitabili.
La scelta del biologico è avvenuta spontaneamente: per generazioni le varietà di frumento selezionate, si sono coevolute con gli ecosistemi della Valle e intessute con la storia, i metodi e le tradizioni agricole delle comunità agricole locali.
La macinatura a pietra, nel rispetto delle tradizioni locali, ha permesso di garantire e preservare l’alto valore organolettico e nutrizionale dei grani che vengono trasformati in farine di tipo 1, 2 ed integrale.
Da un punto di vista nutrizionale, le farine biologiche di grani antichi macinati a pietra preservano tutte le componenti dei chicchi: sono ricche di carotenoidi, antiossidanti e vitamine che vengono assorbite facilmente grazie all’apporto della fibra vegetale, di tipo solubile ed insolubile.
Essa oltre a favorire il transito intestinale, contribuisce a prevenire le malattie cardiovascolari e a ridurre l’indice glicemico.
Le proteine che caratterizzano i grani antichi formano un glutine particolare e presente in minime quantità, facilmente digeribile per le persone sensibili.
La salubrità e le caratteristiche organolettiche si esprimono in saporo e aromi fragranti e genuini, unici ed inconfondibili.
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