La pandemia di Covid non solo ha mietuto milioni di vittime e svuotato le strade delle città, ma ha anche instaurato un nuovo ordine mondiale che lascia poco spazio agli esseri umani portando in primo piano entità non-umane. «L’uomo non ha più il potere di trasformare il mondo», afferma il compositore e filosofo Vladimir Martynov. Egli scorge i primi segni di questo mutamento rivoluzionario nell’arte del XIX e XX secolo: nei dipinti di Caspar David Friedrich, de Chirico, Malevič e Warhol, in cui le figure si distaccano gradualmente dall’osservatore, perdono la loro individualità e i segni della loro umanità. Oggi stiamo vivendo questa esperienza in prima persona, per cui ogni segno di presenza umana, ogni movimento involontario è un contributo alla messa in scena della misteriosa danza del Kali-Yuga, una danza collettiva che sottolinea ancora di più l’assenza dell’uomo, estromettendolo definitivamente dal paesaggio circostante.
Vladimir Martynov [1946], straordinario compositore, pensatore, scrittore, storico e conoscitore della musica antica e contemporanea. Esponente dell'Avanguardia musicale moscovita degli anni ’70, oltre a insegnare Antropologia musicale all’Università di Mosca, si occupa di filosofia della musica e di teologia. È il compositore de Le beatitudini, parte della colonna sonora del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Autore di numerosi libri e pubblicazioni, in italiano esiste una sola silloge uscita nel 2023 per la collana Kalíki. I viandanti ciechi presso l’editore Mimesis dal titolo Immergersi nel flusso. Appunti per un'auto-archeologia musicale (a cura di Shushan Hyusnunts). Dove sei, Enkidu? è il suo primo libro con Byoblu Edizioni.
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